Senatore giovanissimo, docente universitario, uno degli uomini più significativi del gruppo dirigente Pd, Francesco Verducci ha vissuto anni importanti e ha lavorato duramente.
Un bilancio di questo ultimo periodo in Parlamento?
«Politicamente, sono stati cinque anni molti duri. E stata una legislatura tra le più tormentate e difficili. Eppure è una di quelle più importanti per numero e qualità di riforme varate che ci sia mai stata nella storia repubblicana. Ecco, se devo dare una definizione è proprio questa: una legislatura spartiacque. Il Paese oggi è molto più forte e coeso rispetto a cinque anni fa. Nel 2013 eravamo nel pieno di una crisi nerissima, con il Pd, con Renzi e Gentiloni, è tornata in campo la politica, contrastando le diseguaglianze, creando lavoro, soprattutto per i più giovani, investire in nuovi diritti sociali e civili, colpire la precarietà».
Quali i provvedimenti di cui va più orgoglioso?
«In questi cinque anni i posti di lavoro sono cresciuti di quasi un milione, per la gran parte sono stabili. Abbiamo abolito una pratica odiosa come le dimissioni in bianco (reintrodotta da Berlusconi appena tornato al governo nel 2008), esteso tutele in caso di maternità e malattia ed ammortizzatori sociali per i lavoratori precari e autonomi (che in prevalenza sono giovani). Siamo passati da Tremonti che diceva «con la cultura non si mangia» ad un Paese che oggi sulla cultura costruisce fatturato e benessere. Abbiamo investito enormi risorse per la stabilizzazione di oltre 130 mila precari della scuola, messa in sicurezza degli edifici scolastici, diritto allo studio con l`introduzione di una misura rivoluzionaria: la no tax area (esenzione integrale) per chi si iscrive all`università provenendo da funiglie di reddito basso».
Che cosa possono aspettarsi le nostro piccole imprese del calzaturiero, ancora in affanno?
«Da parte nostra molto è stato fatto a sostegno delle imprese manifatturiere, tanto è vero che la produzione industriale ha riguadagnato molto del terreno perso. L`Italia è sempre più la seconda potenza manifatturiera europea e negli ultimi anni il Made in ha conquistato quote di mercato internazionale come mai era accaduto in precedenza. Tutto questo si deve alla credibilità internazionale dell`Italia che in questi cinque anni è cresciuta enormemente. L`Europa per noi è vitale: vogliamo che torni ad essere il luogo del lavoro di qualità, della cittadinanza, delle opportunità».
Per cosa si ricorderà questa legislatura?
«Questi anni verranno ricordati per l`introduzione degli 80 euro al mese a più di dieci milioni di lavoratori con redditi medio-bassi. Oltre dieci miliardi di investimenti strutturali che hanno permesso ai consumi di ripartire e alle famiglie di tornare ad avere potere d`acquisto. Il più importante intervento di redistribuzione e di innalzamento dei salari (in una sola volta!) da trent`anni a questa parte. Abbiamo finalmente una legge straordinariamente importante, quella sul «Dopo di noi» che tende la mano alle attese e alle preoccupazioni di tantissime famiglie; quella sull`agricoltura sociale che permette a tante persone svantaggiate di costruire un progetto di vita. E stata finalmente, dopo trent`anni, la legislatura dei diritti civili, con l`approvazione di leggi storiche, come quella sulle unioni civili e sul biotestamento, che mai il centrosinistra era riuscito ad approvare dopo aver vinto le elezioni e che oggi sono divenute realtà grazie alla volontà e alla testardaggine del Pd».
Come si prepara alle prossime elezioni?
«Queste elezioni decideranno se andare avanti o tornare indietro. Ogni voto dato al Pd permetterà di continuare il cambiamento iniziato. L`Italia oggi è un Paese in crescita, ma le ferite della crisi sono ancora profonde. La priorità è dare lavoro e opportunità ai più giovani, la categoria che più sta pagando la crisi».


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