Caro Luigi Zanda, desidererei molto conoscere il tuo parere su quanto sta accadendo nell`Italia politica con le ripercussioni che sicuramente ci sono sull`Europa. Stiamo vivendo sotto una specie di regime composto soprattutto da due partiti, la Lega di Salvini e i. Stelle di Di Maio. Mi piacerebbe conoscere il tuo parere anche sul mondo liberal democratico
rappresentato dal Pd con le poche forze che gli sono rimaste, ma anche dai Circoli civici che costituiscono un Movimento con molte motivazioni, interessanti ma anche contraddittorie. Insomma è un panorama molto vasto. Poiché non ho altro da aggiungere, ti lascio la parola.
Eugenio Scalfari

Caro Eugenio Scalfari, il ritiro della candidatura di Marco Minniti e gli annunci di una nuova scissione nel Pd mi dovrebbero indurre a iniziare con qualche considerazione sul mio partito. Ne parlerò invece alla fine di questa lettera. Preferisco dare la precedenza a questioni più generali che, mi sembra, potrebbero avere un impatto negativo molto rilevante sul nostro futuro. L`irresponsabilità del governo Lega-5 Stelle deve far riflettere non solo sui danni che sta facendo all`Italia, ma anche sui rischi di sistema che il nazionalismo e il populismo stanno provocando.
Si sono aperte due grandi faglie che stanno dividendo l`opinione pubblica dell`Occidente, due conflitti politici con i quali anche l`Italia dovrà fare i conti. Da un lato c`è l`attacco del populismo alla democrazia parlamentare per sostituirla con la democrazia diretta. Dall`altro c`è l`attacco dei sovranisti-nazionalisti all`Unione europea e al
multilateralismo atlantico. Dopo decenni di pace, oggi dilaga l`egoismo nazionalista, scoppia la guerra dei dazi, si costruiscono muri, vengono sabotati l`Unione europea, l`Onu, l`Unesco, la Wto, la Nato e l`accordo di Parigi sul clima.
C`è stato un tempo, nel decennio passato, nel quale negli Stati Uniti e in gran parte delle democrazie europee governavano forze politiche liberali di centrosinistra. A distanza di pochi anni, le forze liberali di centrosinistra governano solo il 18% dei cittadini europei. Negli Stati Uniti, Trump ha dato un`impronta nazional-populista alla più grande democrazia del pianeta.
In Europa la destra populista e sovranista è al governo, in varie forme, non solo in Italia, ma anche in Ungheria, Polonia, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia. Un`altra destra, spesso attenta più all`interesse nazionale che alla collaborazione nell`Ue, governa in Gran Bretagna, Olanda, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lussemburgo, Slovenia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania. L`Italia è la prima nazione dell`Europa occidentale nella quale il sovranismo e il populismo hanno conquistato il potere e lo stanno esercitando con disinvoltura e con visibile insofferenza nei confronti dell`Europa. L`Italia è uno dei paesi fondatori dell`Europa unita. Ma dopo la Brexit, c`è il rischio che sia proprio il caso italiano a far da miccia alla dissoluzione di un`Unione europea tutt`ora in bilico tra un`integrazione non conclusa e una sostanziale distruzione.
C`è di più. Come dice Angela Merkel, il nazionalismo «è una minaccia per la pace e porta alla guerra». Lo conferma papa Francesco quando parla di «una nuova guerra mondiale combattuta a pezzi». Se il nazional-sovranismo è una minaccia per l`Europa e per la pace, il populismo è nemico della democrazia. Nel governo italiano c`è un ministro per la democrazia diretta.
In un Paese affabulatorio come l`Italia, è strano che la cultura nazionale non si sia immediatamente mobilitata contro una così palese intenzione di stravolgere una delle parti fondanti della Costituzione, con un potenziale di pericolosità democratica almeno pari al tentativo di scardinare l`Europa. La reazione a questo progetto è stata, sinora, molto timida. Beppe Grillo ha detto che quando l`Italia avrà un referendum alla settimana, il Movimento 5 stelle avrà raggiunto il suo obiettivo e potrà sciogliersi.
Davide Casaleggio ha ribadito il concetto. Ha detto che «tra dieci anni magari non ci sarà più la necessità del Movimento perché la partecipazione dei cittadini sarà già intrinseca nello Stato» e si potrà persino «abolire lo stesso Parlamento, diventato inutile!».
Allo stesso modo Salvini si fa forte del risultato elettorale quando dileggia il procuratore di Torino e quando, al magistrato che in Sicilia lo indaga, dice: «Io sono stato eletto dal popolo e tu no». Due giorni fa in Senato Lega e 5 Stelle hanno approvato un emendamento nel quale si afferma la supremazia della legge italiana sull`ordinamento europeo. Il senatore che ha sostenuto l`emendamento l`ha definito «sovranista». Alla Camera, nella generale disattenzione, si sta discutendo in commissione un disegno di legge di Giorgia Meloni che vuole far sparire dalla Costituzione ogni riferimento all`Unione europea. Sempre alla Camera, è stato calendarizzato in aula un altro disegno di legge che riforma l`istituto del referendum introducendo quello propositivo senza soglia e rendendolo ammissibile senza più limiti né di materia (nemmeno, purtroppo, per le leggi tributarie), né del numero dei referendum che potranno essere proposti in un anno.
Da tutto questo parlare, bisogna trarre conclusioni politiche. Nei 5 Stelle e nella Lega c`è la voglia evidente di scardinare l`assetto della nostra democrazia parlamentare sostituendola con un sistema che, in sostanza, tende ad eliminare o narcotizzare ogni corpo intermedio tra il capo e il popolo: parlamento, magistratura, stampa.
È il ritratto del regime di Juan Perón. È un progetto per un`Italia neoperonista. In questo scenario si colloca la vicenda del Pd.
Facciamo parlare i numeri. I risultati del 4 marzoe i sondaggi più recenti ci dicono che Lega e 5 Stelle insieme superano il 60 per cento. Possiamo aggiungerci un 10% di FI e FdI che non sono in maggioranza, ma che sono alleati stabili della Lega. Il Pd si colloca tra il 17 e il 19%, ma questa sua debolezza non riduce, anzi dilata, le sue responsabilità
politiche. Il Pd è l`unico soggetto politico che, nell`attuale contesto parlamentare, può essere il punto di aggregazione delle forze democratiche che vogliono l`Europa, la democrazia parlamentare, la divisione dei poteri e lo stato di diritto. La notizia che in tutta Italia, da Roma a Torino, da Milano a Napoli, vanno sorgendo, spontaneamente, movimenti di popolo e comitati civici di protesta e di proposta, è la maggior novità politica degli ultimi tempi. Perché solo una grande alleanza di cittadini democratici e
solo una grande mobilitazione popolare possono dare un`altra chance alla democrazia italiana. Per il Pd c`è un difficile lavoro politico da fare. Un grande partito politico non deve avere la testa rivolta alle sue sconfitte ed, anzi, ha il dovere di guardare avanti. Ma l`esperienza ci dice che è impossibile conquistare il futuro senza conoscere il
passato, senza aver individuato, nel bene e nel male, le ragioni delle nostre ripetute sconfitte dal 4 dicembre 2016 in poi.
Il prossimo congresso del Partito democratico avrà successo se saprà affrontare con franchezza il dibattito sulle ragioni che in Italia hanno fatto crescere, così tanto, populismo e sovranismo. Ogni volta che i democratici hanno scelto di rincorrere il populismo sul suo terreno, hanno fatto il suo gioco e l`hanno rafforzato. Chi imita i populisti, diventa populista. Il punto è, quindi, quello di saper rinnovare la democrazia, rendendola più efficiente, più vicina ai bisogni della gente. Non di arrendersi al populismo per l`incapacità di sburocratizzare il sistema democratico. Sulle prossime primarie del Pd e sul nostro congresso voglio dire poche cose. Il ritiro di Marco Minniti è un esempio di una qualità politica che si è persa, la dignità.
Ma le motivazioni della sua decisione non rassicurano chi teme un`altra scissione nel Pd. Se ci sarà la scissione, i populisti e i sovranisti, faranno festa. Dobbiamo eleggere il segretario del Pd. Un segretario che guardi all`Italia, ma anche all`Europa e al mondo. Che pensi all`equità e alla pace. Che sappia trovare le alleanze necessarie. Che riorganizzi il partito. Che ascolti i giovani e l`opposizione interna, che consideri l`unità del partito un bene primario. I cerchi magici vanno bene per Salvini e Di Maio. Nel Pd sono disastrosi.
Io sostengo la candidatura di Nicola Zingaretti,perché penso che sarebbe un buon segretario. Ma c`è da dire qualcosa di più. La partecipazione alle primarie del 3 marzo dovrà essere quanto più alta possibile. Non sarà solo un voto per eleggere il segretario di un partito. Deve essere anche il segnale che l`Italia democratica può ancora impedire al populismo e al sovranismo di rovinare il Paese. Se il 3 marzo andranno a votare in tanti, la comunità internazionale saprà che l`Italia vuole l`unità europea, la pace e la democrazia e che nessuna maggioranza populista può permettersi di mettere in discussione questi valori.
Luigi Zanda


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