È STATA APPROVATA IN SENATO LA LEGGE DI  DELEGAZIONE EUROPEA NELLA QUALE, all`articolo 12, si è finalmente scelto di limitare la vivisezione a favore dei metodi alternativi.
È un risultato storico per la tutela del benessere degli animali in quanto esseri senzienti; noi abbiamo sostenuto fortemente questo principio già dalla scorsa legislatura, quindi l`approvazione è un ulteriore passo in avanti verso il rispetto della vita animale, uno dei principi a cui un Paese civile non dovrebbe mai venir meno. Tra le altre cose, l`articolo 12 proibisce l`allevamento di cani, gatti e primati sul territorio italiano destinati alla sperimentazione animale e interviene sulla definizione di un quadro sanzionatorio appropriato e tale da risultare effettivo, proporzionato e dissuasivo verso chi pratica la vivisezione.
Esistono dati certi e sufficienti per testimoniare quanto la sperimentazione scientifica sugli animali possa essere inutile e fuorviante nei propri risultati e quindi disincentivare tale pratica a favore di metodi alternativi trova la sua ragione d`essere anche nella tutela della salute umana. È opportuno ricordare che le ragioni scientifiche dell`utilizzo degli animali in ambito sperimentale sono per molti oggetto di critica. L`efficacia di questa pratica è stata infatti messa in discussione a partire dalle differenze genetiche esistenti tra individui che non appartengono alla stessa specie. Proprio queste diversità, infatti, impediscono di estendere con naturalezza e consequenzialità i risultati ottenuti su una particolare specie a quella umana. Ecco, ad esempio, alcuni dati: il 92% dei farmaci, che hanno superato le prove sugli animali, viene scartato con le prove cliniche sull`uomo (Food and Drug Administration, Usa); la percentuale di predittività dei test su animali per l`uomo è solo del 37-50% (Lancet, 04.06.2011); il 43 per cento dei risultati ottenuti sui topi discorda da quelli ottenuti su una specie assai simile come quella dei ratti, e viceversa (prof. Ames, Università della California).
Al problema della validità scientifica dei suoi metodi, si affianca la questione etica, che viene troppo spesso nascosta e che non può essere ignorata. La ricerca della conoscenza non è uno scopo che permetta di giustificare qualsiasi azione. Anzi, essa deve essere sottoposta alle ragioni etiche, libera dalla discriminazione arbitraria che permette a chi detiene il potere di dominare i più deboli. È interesse comune dunque che l`Italia sia protagonista di un cambio di marcia, orientandosi verso una più ampia diffusione dei metodi sostitutivi e recependo così la pressante domanda dell`opinione pubblica che chiede maggiori tutele nei confronti degli animali.
Con questa norma il Parlamento ha dimostrato, quindi, di essere in sintonia con il Paese, in cui ben 1`86 per cento degli italiani è contrario alla sperimentazione animale, in qualunque forma essa sia condotta.

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