“Se ci tenevano tanto, perché non hanno subito emanato un decreto per cambiare le cose? Bastava vietare nel nostro Paese il ricorso alla tecnica air-gun. Nessuna penale, perché le autorizzazioni non era state completate, non essendoci quella definitiva del Mise. Non cerchino alibi con il giochino dello scaricabarile sul livello funzionariale o su chi c’era prima: non ci crede più nessuno”.
Così la Senatrice Teresa Bellanova, capogruppo Pd in Commissione Attività Produttive del Senato e già VM allo Sviluppo Economico, in un passo dell’intervista pubblicata oggi su “la Repubblica” dopo le autorizzazioni alle prospezioni in mare rilasciate a fine dicembre dal Mise.
“Chi ha urlato affermando di voler difendere a tutti i costi il nostro mare e impedire eventuali trivellazioni, fermando le prospezioni in Adriatico e nello Jonio finalizzate alla ricerca di giacimenti petroliferi, poteva tranquillamente farlo senza incorrere in alcuna penalizzazione”, prosegue la Senatrice Bellanova. “Io stessa avevo, come si ricorderà, dopo il parere positivo dell’Ambiente, sospeso le autorizzazioni insediando nel settembre 2017 una Commissione di esperti con il compito precipuo di valutare gli impatti, in mare e sulla costa, delle tecniche utilizzate dalle compagnie
ai fini della rilevazione. Quel Rapporto, inclusa l’intera documentazione a corredo e quanto intercorso con gli Uffici, da giugno è sul tavolo del Ministro Di Maio, che dunque aveva e ha a disposizione da mesi quanto di più avanzato sulle conoscenze disponibili in materia. Non a caso il Gruppo di lavoro indicava l’opportunità di dotarsi di Linee Guida italiane sulla materia.
L’obiettivo prioritario, come ho sempre ribadito, per me era ed è contemperare la sicurezza delle nostre coste e dei nostri mari con eventuali attività di ricerca in mare.
Quanto prodotto dal Gruppo di lavoro, in modo così ampio ed esaustivo, è prezioso anche alla luce della Strategia Energetica nazionale approvata dal precedente Parlamento con l’obiettivo di una forte decarbonizzazione verso un futuro libero dall’utilizzo delle fonti fossili.
Nessun compimento amministrativo obbligato, dunque, come cianciano evidentemente non sapendo di che parlano. L’iter amministrativo non si era concluso e tutto era nella disponibilità della politica e dell’attuale Governo, oltre che del Parlamento. Con un inciso non indifferente: gli esperti consigliarono una sera di adempimenti alle imprese che avrebbero reso le loro ricerche scarsamente convenienti. Le autorizzazioni concesse sono prive di quei vincoli indicati proprio dalla Commissione da me insediata.
Per fare marcia indietro mi pare un po’ tardi. Per anni siamo stati insultati e offesi in modo vergognoso. Adesso dicano loro, i duri e puri di qualche mese fa, a quali interessi si sono piegati o a quali lobby stanno dicendo grazie”.


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