Dubbi sulla legittimità costituzionale del provvedimento, assenza dei caratteri di urgenza e necessità posti alla base della riorganizzazione, inconsistenza e illogicità della stessa: il Pd, per voce della Senatrice Teresa Bellanova, stronca stamani in Commissione Attività Produttive del Senato il riordino delle attribuzioni di Mibact, Mipaaf, MinAmbiente. E critica duramente la soppressione di “Casa Italia”, la struttura di Missione istituita nel 2016 dal Governo Renzi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri per contrastare il dissesto idrogeologico con una politica di messa in sicurezza del territorio, tutela e valorizzazione del patrimonio abitativo e che, in questi anni, ha dato eccellente prova di sé impiegando proficuamente le ingenti risorse assegnate e avendo tra gli obiettivi prioritari la sicurezza degli edifici scolastici.
“La soppressione di Casa Italia è un vulnus alla sicurezza del Sistema-Paese”, afferma la Senatrice Bellanova, “perché abolisce una struttura efficiente, capace di raccordo e coordinamento tra i diversi enti ed amministrazioni, vicina agli amministratori locali. Una best practice sotto il profilo della trasparenza, che in questi anni ha garantito funzioni di stimolo, monitoraggio e supporto verso tutti gli attori pubblici e privati coinvolti, acquisendo importanti competenze e mettendo virtuosamente a frutto l’enorme mole di risorse investite dai nostri Governi a tutela e salvaguardia del patrimonio scolastico, abitativo, territoriale. Oggi, questo Governo abolisce qualcosa che funziona egregiamente, sottraendo risorse già indirizzate alla sicurezza nelle scuole con un provvedimento confuso e fumoso che le veicola in un non meglio identificato Fondo unico per l’edilizia scolastica. Capisco il furore ideologico dietro questa e altre decisioni, ma non si può permettere che il furore divenga danno enorme per il Paese, la tutela e la salvaguardia territoriali, la sicurezza scolastica. Con il nostro Governo abbiamo investito enormi risorse in questa direzione, permettendo agli Enti locali di riqualificare il patrimonio scolastico e di garantire sicurezza e qualità nelle Scuole. Oggi torniamo indietro di anni, bruciando competenze a monte e a valle. La peggiore dimostrazione di sciatteria politica e di governo”.

A.S. 648
PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO

La 10a Commissione Industria, Commercio, Turismo,

esaminato, per le parti di competenza, il decreto-legge 12 luglio 2018, n. 86, recante disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri dei beni e delle attività culturali e del turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché in materia di famiglia e disabilità;

premesso che:
in via generale, è da rilevarsi che vi sono rilevanti perplessità sotto il profilo della legittimità costituzionale del provvedimento in esame, per l’assenza dei requisiti essenziali per l’uso dello strumento del decreto-legge, quei presupposti di necessità ed urgenza indispensabili per il suo legittimo utilizzo. Non è, infatti, sufficiente la mera dichiarazione di necessità ed urgenza per giustificare l’adozione di un decreto-legge se, come nel provvedimento in esame, il contenuto del decreto risulta assolutamente carente dei requisiti prescritti dall’articolo 77 della Costituzione;
nel decreto in esame non vi è nessun riscontro oggettivo sulla necessità ed urgenza delle disposizioni di cui ai primi tre articoli, che viene solo apoditticamente enunciata; con riferimento all’articolo 1, il presunto carattere di straordinaria necessità e urgenza del trasferimento al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo risiederebbe, secondo quanto si legge nella relazione tecnico-normativa, “nel favorire un rapido avvio di una politica integrata di valorizzazione del Made in Italy”. Una motivazione del tutto inconsistente che mostra al contrario come il trasferimento avrebbe potuto agevolmente essere contento in un disegno di legge ordinario; per quanto riguarda gli articoli 2 e 3 la necessità ed urgenza che dovrebbero giustificare l’inserimento delle norme nel decreto non è in alcun modo motivata; per quanto riguarda l’articolo 4 i requisiti di necessità e urgenza non sono neanche affermati;
il riordino delle attribuzioni dei ministeri non è certo un evento straordinario, tanto che la definizione delle attribuzioni dei ministeri è riservata alla legge dalla Costituzione all’articolo 93, terzo comma; risulta chiaro che non vi è qui nessun caso straordinario di necessità e di urgenza, visto che il riordino potrebbe essere avviato nello stesso lasso di tempo con il normale iter legislativo, ma solo la volontà del Governo di espropriare il Parlamento delle sue competenze legislative;
Per quanto riguarda le parti di competenza della 10a Commissione:
la ratio sottesa all’articolo 1 che prevede il trasferimento al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali delle funzioni esercitate dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo in materia di turismo risulta assolutamente incomprensibile considerato che in questo modo viene meno il legame, fondamentale per il nostro Paese, tra turismo e cultura;
appare decisamente poco credibile definire il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali “Ministero del made in Italy” come viene fatto nella relazione illustrativa del decreto. Se l’intenzione del Governo era quella di inserire il turismo tra le materie strategiche per lo sviluppo economico del Paese, il Ministero di riferimento avrebbe dovuto essere quello dello sviluppo economico, come conferma l’allocazione della materia del turismo presso la presente Commissione Industria del Senato e la Commissione Attività produttive della Camera dei deputati, alle quali fa riferimento lo sviluppo economico; l’attuale organizzazione rischia di sottrarre competenze alle Commissioni parlamentari e risulta particolarmente poco efficiente dal punto di vista del potenziamento del turismo;
il motivo per trasferire la competenza del turismo al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali non può né deve neanche risiedere nelle personali competenze del Ministro pro tempore. Sarebbe del tutto illegittimo decidere le attribuzioni e conseguentemente l’organizzazione di un Ministero e l’allocazione delle risorse dello stesso sulla base delle presunte competenze di un singolo componente il Governo, che potrebbe d’altronde essere sostituito in corso di Legislatura;

premesso inoltre che:
l’articolo 2 mette mano alle competenze del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; l’articolo 2, commi 1 e 2, attribuisce al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, mediante modifiche al decreto-legge n. 136 del 2013, le funzioni attualmente esercitate dalla Presidenza del Consiglio dei ministri in materia di coordinamento e monitoraggio degli interventi di emergenza ambientale, in particolare relativa alla cosiddetta della “terra dei fuochi”, volti a garantire la sicurezza agroalimentare in Campania, nonché degli interventi di monitoraggio, anche di tipo sanitario, nei medesimi territori della regione Campania interessati dal fenomeno della “terra dei fuochi” e nei comuni di Taranto e Statte, per i quali sono previste analisi sullo stato di salute della popolazione residente;
l’articolo 2, comma 3, attribuisce al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare i compiti in materia di contrasto al dissesto idrogeologico, di difesa e messa in sicurezza del suolo e di sviluppo delle infrastrutture idriche esercitati, nel corso della precedente legislatura, mediante un’apposita Struttura di missione, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui restano in ogni caso le funzioni di coordinamento interministeriale;
la soppressione della Struttura di missione sul dissesto idrogeologico e del previsto concerto tra essa e il Ministero dell’ambiente, nonché con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti nelle attività pianificatorie, istruttorie e di ripartizione delle risorse finanziare finalizzate alla realizzazione degli interventi per la mitigazione del dissesto idrogeologico, sottrae uno strumento essenziale per la pianificazione unitaria e la gestione degli investimenti finalizzati a tali scopi, nonché a fronteggiare le situazioni di criticità ambientale delle aree metropolitane interessate da fenomeni di esondazione e alluvione, nata proprio per accelerare gli interventi di mitigazione del rischio;
la finalità della struttura di missione era infatti quella di accelerare l’attuazione degli interventi in materia di dissesto idrogeologico e di sviluppo di infrastrutture idriche, tutti necessari – in particolare in tempo di forti mutamenti climatici con i conseguenti devastanti eventi meteorologici che hanno colpito più volte e duramente il territorio italiano – alla tutela delle persone e dei beni dai rischi legati al dissesto idrogeologico;
non si riesce a comprendere dunque la ratio di questa soppressione considerato che si trattava di una struttura di missione efficiente, capace di effettuare un raccordo ed un coordinamento efficiente tra i diversi enti ed amministrazioni, “vicina” agli amministratori locali, che ha inoltre consentito il controllo sugli interventi svolti in un regime di assoluta trasparenza, nonché di dare una azione di stimolo, monitoraggio e supporto a tutti gli attori pubblici e privati coinvolti;
tale soppressione determinerà la dispersione di importanti competenze acquisite nel corso degli anni e risulta particolarmente preoccupante considerata l’importanza dell’efficienza e della rapidità degli interventi di prevenzione dal rischio idroeologico;
con il medesimo articolo 2, comma 3, si stabilisce che gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle regioni del centro-nord previsti dalla legge di bilancio per il 2018 (articolo 1, comma 1074) vengano individuati nell’ambito di un programma nazionale approvato dal CIPE su proposta del Ministero dell’ambiente;
il comma 4 aggiunge, alle materie di competenza Ministero dell’ambiente, le politiche di promozione per l’economia circolare e l’uso efficiente delle risorse, fatte salve le competenze del Ministero dello sviluppo economico, nonché il coordinamento delle misure di contrasto e contenimento del danno ambientale e di ripristino in sicurezza dei siti inquinati;
premesso infine che:

l’articolo 4 prevede la soppressione del Dipartimento istituito, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al fine di svolgere le funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo connesse al progetto “Casa Italia” affidando le relative funzioni alla Presidenza del Consiglio;

la struttura di missione “Casa Italia” era stata istituita nel settembre 2016 per dare attuazione al progetto di cura e valorizzazione del patrimonio abitativo del territorio e delle aree urbane, con il compito di definire una policy generale di messa in sicurezza del Paese. Non si capisce la ratio di questa soppressione considerato che si tratta di una struttura di missione efficiente, “vicina” agli amministratori locali, che ha consentito il controllo sugli interventi svolti in un regime di assoluta trasparenza; anche in questo caso, è assai evidente il rischio che la dismissione della struttura specificatamente preposta agli interventi sull’edilizia scolastica provochi la dispersione di importanti competenze acquisite nel corso degli anni;

l’articolo 4 prevede inoltre che la parte di risorse del Fondo da ripartire per accelerare le attività di ricostruzione a seguito degli eventi sismici del 2016 e 2017, specificatamente destinata al finanziamento delle verifiche di vulnerabilità degli edifici scolastici, confluisce nel Fondo unico per l’edilizia scolastica e può essere utilizzata (esclusivamente) per le verifiche di vulnerabilità degli edifici ricadenti nella zona sismica 1;

nonostante ciò che è scritto nella relazione illustrativa, risulta di tutta evidenza che la suddetta norma circoscrive l’ambito degli interventi per le verifiche di vulnerabilità degli edifici alla sola zona sismica 1, in palese e stridente contrasto con le politiche tanto annunciate di potenziamento di detti interventi, per i quali sono stati stanziati nella scorsa legislatura ben 10 miliardi di euro;

ESPRIME, PER QUANTO DI COMPETENZA, PARERE CONTRARIO.


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