Caro direttore,
giovani e studenti il 15 marzo scenderanno in piazza in tutto il mondo per chiedere di affrontare in modo più forte e convinto i cambiamenti climatici, per far rimbombare ovunque quel messaggio globale lanciato lo scorso dicembre alla Cop24 da Greta Thunberg, studentessa svedese di 16 anni: «Invece di cercare la speranza, cerchiamo l`azione. Allora e solo allora, la speranza arriverà».
«Noi siamo la prima generazione a subire l`impatto dei cambiamenti climatici e l`ultima a poter fare qualcosa», aveva detto Barack Obama, allora presidente degli Usa, a Parigi in occasione della Cop21, quando si era sottoscritto l`impegno globale contro il surriscaldamento globale, impegnando ciascun Paese a mettere in atto misure capaci di scongiurare che l`aumento medio della temperatura superi il limite di 1,5°.
Eppure, a oggi, nel mondo non è stato fatto abbastanza per rispettare quegli impegni. Grandi potenze hanno anzi messo in discussione gli accordi, rompendo un avanzamento internazionale che era apparso finalmente promettente. In questo quadro anche l`Italia ha perso la spinta che ci aveva portato ad assumere un ruolo protagonista. Il nostro Paese con i governi precedenti aveva sottoscritto non solo l`accordo di Parigi, ma anche l`Agenda 2030 dell`Onu per lo sviluppo sostenibile, la piattaforma di cambiamento globale più ambiziosa e operativa che abbiamo a disposizione, i cui 17 obiettivi integrano gli ambiti economico, sociale e ambientale.
Per quanto mi riguarda appena arrivata al Miur avevo deciso di destinare alla sostenibilità e alla cittadinanza globale 840 milioni di fondi PON e di instituire un gruppo di lavoro, coordinato da Enrico Giovannini, per rendere la scuola, l`università e la ricerca agenti di cambiamento, attraverso un piano di azioni mirato a modificare stili di vita, abitudini di comportamento e consumo, dinamiche di produzione, diritti di cittadinanza.
Quel piano, il primo contributo strutturale di un Ministero verso l`Agenda 2030, conteneva, tra le misure previste: fondi per l`efficientamento energetico degli edifici scolastici, formazione per docenti, borse di mobilità internazionale, borse di dottorato su ambiti di ricerca coerenti con l`Agenda 2030, contrasto a stereotipi e discriminazioni, una campagna di informazione ed educazione informale per preparare ragazze e ragazzi a essere cittadini attenti e protagonisti del cambiamento.
Se non agiamo rapidamente le prossime generazioni pagheranno le conseguenze di un modello di sviluppo che non ha avuto cura dell`ambiente, del clima, del territorio, dei diritti, dell`etica. Chi ha oggi l`onere di ricoprire cariche rappresentative o istituzionali ha allora una responsabilità decisiva, che parte dal governo ma riguarda anche chi è oggi all`opposizione. Su questi temi si valuteranno capacità e volontà di cambiare davvero le cose, lavorando per ridurre i consumi energetici e accelerare la transizione verso fonti rinnovabili; per affrontare il dissesto idrogeologico e ridurre il consumo di suolo; per gestire al meglio l`acqua, bene pubblico; per rendere tutta l`economia verde e sostenibile, puntando su innovazione, ricerca, etica. Lancio allora un appello al governo, perché riattivi le azioni necessarie per rispettare gli impegni presi. E mi auguro che tutto il centrosinistra trovi nello sviluppo sostenibile la piattaforma valoriale e programmatica su cui costruire alleanze, consenso e maggioranza nel Paese.
Mi rivolgo poi a tutta una generazione, la generazione di genitori e nonni delle ragazze e dei ragazzi che il 15 marzo scenderanno in piazza. Il loro Muro dipende anche da noi: non lasciamoli soli, assumiamo l`ambiente e lo sviluppo sostenibile come impegni prioritari, prendiamoci cura del destino del mondo.


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