“Dispiace aprire una nuova pagina dell’emergenza italiana: oggi l’immortale Venezia, Matera, la Toscana il Metapontino, ieri l’Irpinia, domani chissà. Una sorta di dittatura dell’immediato, che ci fa rincorrere, quasi sempre attoniti e affranti, eventi calamitosi che si sarebbero potuti evitare o contenere con una politica lungimirante; esattamente il contrario di ciò che siamo costretti a fare per riparare il danno dell’onda violenta dell’emergenza. Abbiamo negli occhi immagini devastanti, ma abbiamo anche visto immagini eroiche di volontari, di Forze dello Stato, di persone, di civili, di uomini di Governo che hanno nuovamente fatto fronte comune per evitare il peggio. A Matera, gioiello lucano e capitale europea della cultura, si è abbattuto un nubifragio, avvantaggiato da un vento terribile, che ha divelto strade, strutture, attività produttive agricole, servizi, con circa 8 milioni di euro di danni. Duemila anni fa Plinio il vecchio citava Matera chiamandola Mateola, probabilmente a causa del meteoron (dal greco: cielo stellato), che dalle sue rocce e dai suoi sassi si ammirava ieri rapiti e si ammira oggi rapiti. Duemila anni dopo, nel 1986, fu lo Stato italiano, il nostro Stato, con una legge nazionale, a salvare Matera dal degrado. Nel 2014 – lo dico con una punta di orgoglio – fu l’Unione europea a riconoscere Matera capitale europea della cultura. Oggi lo Stato italiano è chiamato a una nuova prova di responsabilità storica: aiutare una città, una terra, una comunità nel cuore di ogni italiano e di ogni europeo che ama la nostalgica e aspra Basilicata”, lo ha dichiarato il senatore Gianni Pittella intervenendo oggi in aula a Palazzo Madama in merito all’emergenza ambientale.


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