E dopo “appena” 108 giorni, si sono insediate le Commissioni! Finalmente il Parlamento può lavorare. Intanto tre considerazioni molto brevi.

  1. Una vita vale più di un voto. E l’Italia oggi è isolata. La strategia sull’immigrazione di Salvini ha avuto una grande eco in Italia. Tanti commenti positivi, tanti consensi nei sondaggi. Io penso che sia una strategia sbagliata sotto tutti i punti di vista. E lo dico ovunque mettendoci la faccia, senza paura, anche per fare chiarezza su tante accuse che ci hanno rivolto nel passato. La strategia di Salvini è sbagliata innanzitutto in termini di valori. L’ho scritto in un articolo sul Washington Post di oggi (qui la versione inglese, qui la traduzione: una vita umana vale più di un voto). L’ho detto da Lucia Annunziata domenica scorsa in TV. Lo dirò sempre: anche se siamo minoranza certe battaglie vanno fatte. Altrimenti finisce come in America (terribile il pianto disperato dei bambini separati crudelmente dai genitori, ne ho parlato su instagram e su twitter. Ma paradossalmente la strategia del governo Salvini-Conte è sbagliata anche per chi ne condivide i valori. Mi spiego: se ti allei con chi vuole costruire i muri, dagli ungheresi ai baltici, dalla destra austriaca a quella bavarese, finisce che chi ci rimette è l’Italia. Su quel muro rischi di farti male, molto male. La strategia del Governo sta paradossalmente portando all’isolamento del nostro Paese che rischia di diventare il grande hotspot dell’Europa. Io faccio il tifo per l’Italia e quindi spero che il Governo porti a casa dei risultati, ma la strategia di sceneggiate ciniche come quelle legate alla vicenda dell’Aquarius paradossalmente si ritorce contro di noi. Non lo dice nessuno, perché molti commentatori sono impegnati a fare la Ola al Ministro dell’Interno, ma chi conosce come funzionano i consessi europei sa che queste scelte alla fine penalizzano gli italiani. Per difendere l’interesse nazionale bisogna stare ai tavoli, leggere i documenti, combattere per cambiarli, lavorare contro i dazi, contrattare sul Budget UE. Non isolarsi. Mi dicono: troppo razionale, nessuno ti crederà. Può darsi. Ma la politica non può parlare solo alla pancia della gente. Noi abbiamo ottenuto risultati lottando, dall’IMU agli 80 euro, dall’Irap alla flessibilità. E questa sfida va combattuta come fosse una maratona: chi parte a razzo come un centometrista rischia di non arrivare in fondo.
  2. Puf, spariti i miracoli della campagna elettorale. Il ministro Tria, responsabile dell’Economia, è venuto in Aula per il Def. Le sue parole sono ben diverse da quelle del resto del Governo: prudenza e buon senso. Qui nessuno parla più della Fornero (che in teoria volevano abolire nel primo consiglio dei ministri, ricordate i talk show di Salvini e Di Maio?), di reddito di cittadinanza, di Flat Tax (al massimo proveranno a intestarsi la c.d. IRI, creazione di Tommaso Nannicini e altri nel lontano 2016, programmata per il 2019), di stop alle opere pubbliche. C’è un bel video di Di Battista che spiega come nelle prime due settimane di Governo i Cinque Stelle bloccheranno il TAP: ovviamente non è accaduto e non credo che accadrà mai. Diamo tempo al tempo e vedrete dissolversi tante delle proposte su cui i membri dell’attuale maggioranza hanno fatto la campagna elettorale. Ecco perché sono sempre in TV a spararne ogni giorno una nuova: si chiama tecnica di distrazione di massa. Puoi ingannare qualcuno per sempre o tutti per una sola volta, ma non puoi ingannare tutti per sempre: il tempo è galantuomo.
  3. A proposito del tempo galantuomo: CONSIPQui c’è un articolo di Piero Sansonetti, direttore de Il Dubbio. Vi prego di leggerlo, perché non troverete eco nei quotidiani più diffusi di questi concetti. Leggerlo e se vi è possibile farlo girare. Intanto formalizzerò nei prossimi giorni una proposta di legge, molto semplice: quando un cittadino normale viene interrogato come testimone – quindi senza avvocato – propongo che ci sia sempre una videoregistrazione. Perché il 99% dei magistrati svolge benissimo il proprio lavoro. E anche il 99% della polizia giudiziaria. Ma quando trovi qualcuno che non si comporta bene, che garanzie ha un cittadino senza avvocato? Sono certo che l’attuale ministro della Giustizia, Bonafede – che ho conosciuto quando veniva con una webcam a riprendere le sedute del Consiglio Comunale di Firenze perché voleva garantire trasparenza – non potrà che essere d’accordo con me: se ci fosse stata la videoregistrazione degli interrogatori dei testimoni ci saremmo risparmiati questa incredibile vicenda. E oggi una videoregistrazione si fa in modo molto semplice. Basta un telefonino. Presenterò la proposta di legge con alcuni colleghi parlamentari e vi terrò informati.

Pensierino della sera. Oggi scaricano tutti Virginia Raggi. Non ho mai avuto particolari rapporti di simpatia con il sindaco di Roma nei sei mesi di collaborazione istituzionale. Non la conosco per esprimere un giudizio su di lei. Trovo però vergognoso che adesso i suoi la scarichino così. Sappiamo bene che la discesa dal carro, in Italia, è uno sport nazionale. E che quelli che scendono sono i primi a chiedere di risalire quando gira il vento. Ma se a Roma le cose non funzionano è ingiusto che chi ha sostenuto la Raggi oggi cerchi di scaricarla senza farsi notare. Capisco che tanti interpretino la politica come il regno del cinismo dove non c’è spazio per riconoscenza e gratitudine, per lealtà e per senso di squadra. Ma io mi ostino a pensare che che la politica vera sia #altracosa rispetto a questo atteggiamento. E dunque: chi ha appoggiato Virginia Raggi in questi due anni, commissariandola con avvocati e tutor, abbia il coraggio di metterci la faccia. L’avete scelta, osannata prima e poi commissariata, seguita e indirizzata. Ora se fallisce è anche colpa vostra: anche se voi vi credete assolti, siete comunque coinvolti, come avrebbe cantato il Poeta.

Un sorriso,
Matteo

P.S.: Avete letto le tracce dell’Esame di Maturità? Che tema avreste fatto voi? O avete fatto, se siete maturandi. Mi colpisce che la maggioranza degli studenti abbia scelto il tema sulla solitudine. Intanto il ministro della cultura ha fatto una marcia indietro sul tema degli incentivi culturali per i diciottenni. Del resto iniziare tagliando sulla cultura sarebbe stato un gesto poco lungimirante. Bravi ai ragazzi che hanno lanciato la mobilitazione per impedire che la App18 fosse cancellata. Un euro in cultura per ogni euro speso in sicurezza, altro che muri e fili spinati.


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