“Con l’approvazione da parte dell’Aula del Senato del disegno di legge che dà riconoscimento giuridico ai domini collettivi, compie un passo avanti un provvedimento prezioso per la salvaguardia dei presidi territoriali e delle tradizioni culturali, nonché per la sostenibilità ambientale del nostro Paese. Si tratta di un testo che disciplina finalmente i beni collettivi, stabilendone la competenza statale e introducendo una sorta di ibrido tra i beni privati e i beni pubblici. In questo modo si superano numerosi problemi e contenziosi, dando pieno riconoscimento, per esempio, alle forme tradizionali di proprietà collettiva della terra, come quella dei terreni dell’abbazia di Nonantola, a Modena”. Lo dice il senatore Stefano Vaccari, capogruppo del Pd nella Commissione Ambiente, correlatore al testo insieme con il senatore Cucca (Pd).

“A Nonantola – spiega Vaccari – sulle terre dell’antica Abbazia è nata  la più antica ‘Partecipanza’ agraria italiana, che ha resistito persino al regime fascista. Insieme con gli usi civici diffusi in Appennino, la Partecipanza di Nonantola è un esempio di dominio collettivo della terra frutto di una comunità che si organizza, per garantirsi la sopravvivenza nel migliore dei modi, attraverso il valore della solidarietà e un modo diverso di gestire la proprietà che diventa tradizione culturale. L’uso prolungato dei beni collettivi da parte dei singoli ha spesso indotto in errore e alimentato contenziosi sulla proprietà. Con questo disegno di legge si risolve la questione e si riconosce un istituto utile per la migliore gestione dei beni ambientali”.

 

 


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