Senatore Tonini, ha twittato dicendo che tutti le chiedono dei senatori del Pd che ostacolano le riforme di Renzi. Nessuno le chiede invece del decreto Irpef dei nuovi sacrifici richiesti alle Autonomie? Rossi si è già detto indignato.
Lasciamo perdere lo sdegno e vediamo le cose concrete: come sempre abbiamo detto, faremo la nostra parte nei modi e nelle misure stabilite da Statuto e norme di attuazione, questo è il nostro mantra. Ma guardiamo ai contenuti: la manovra del governo è in sintonia con quella provinciale, in entrambi i casi si riducono spese per finanziare abbassamenti delle tasse, in particolare quelle su imprese e lavoro.
Il problema è che il governo finanzia tali riduzioni attingendo a risorse delle Regioni: esattamente come ai tempi del governo Monti.
In Parlamento ci sarà lo spazio per aggiustare quello che serve. Se però siamo sempre lì, è perché è ancora in corso la trattativa sui futuri rapporti finanziari. Ma già c’è stato un passaggio positivo nella Legge di stabilità di Letta. E il governo Renzi, con Delrio importante elemento di continuità, ha mostrato buone intenzioni circa un accordo. Detto questo, comunque, se vogliamo ridurre le tasse non si può che intervenire riducendo le spese.
Quindi spending review a oltranza.
Ma la spending review comporta non tagli lineari o a casaccio, ma riforme profonde per avere un sistema più efficiente. A che serve avere due strutture che registrano le autovetture, la Motorizzazione civile e il pubblico registro automobilistico? Adottare tagli lineari significherebbe limarle entrambe. Non è invece più logico eliminarne del tutto una?
Un po’ come Renzi intende fare con il Senato.
Sì, è un po’ la stessa cosa. Certo, siamo a ben altro livello di delicatezza, il Parlamento è il cuore di un sistema democratico. D’altra parte anche in Trentino credo vi siano casi di enti moltiplicatisi senza una reale necessità. E il lavoro che sta facendo l’assessore Daldoss è meritorio, perché un sistema pubblico più snello e meno costoso è anche migliore per i citladini. Ma tomando al decreto Irpef, lo ripeto: deve sempre valere il principio secondo cui il contributo delle Regioni speciali al ri-sanamento del bilancio dello Stato si applica nel rispetto delle norme statutarie.
 Presidente del Friuli-Venezia Giulia, Regione speciale che pure lamenta tagli eccessivi, è la vicesegretaria del Pd Serracchiani: quanto peserà la sua voce nei confronti di Renzi?
Con la presidente Serracchiani abbiamo già stabilito un fronte comune sulla riforma del Titolo V della Costituzione. Ma mi preme sottolineare che né il governo né il Pd sono nemici delle autonomie: c’è un problema generale che riguarda l’intero Paese. La manovra di Renzi prevede una riduzione fiscale sul lavoro di 6,6 miliardi nel 2014 e di 10 nel 2015 e 2016. Mentre dalla spending review si prevedono risparmi per 15 miliardi nel 2015 e di 30 nel 2016. È uno sforzo notevole, certo, ma tutto questo ci consentirebbe tra due anni di pareggiare il confronto con il resto d’Europa circa la tassazione sulle imprese e sul lavoro, che vede l’Italia sbilanciata per 2 punti di Pil. E aumentando la nostra credibilità in Europa, potremmo ottenere anche maggiori risorse comunitarie da utilizzare come investimenti per il rilancio della crescita e dell’occupazione.

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