“Rispetto all’educazione all’affettività, che tiene banco in queste ore,
ho letto che sarà presentato dai ministri qui in Senato il piano che Valditara porterà
nelle scuole. Dico a Valditara e Roccella: attenzione a chi portiamo nelle scuole. Il
rischio di portare figure professionali non adeguatamente specializzate, competenti, è
altissimo. Leggo indiscrezioni su uno dei consulenti, se verificheremo che sono
veritiere la nostra preoccupazione direi che è più che fondate. Il rischio è quello di
far fare ai ragazzi passi indietro, non passi avanti”. Così Valeria Valente, senatrice
del Partito democratico, ex presidente della Commissione sul femminicidio, in
riferimento alle indiscrezioni del ‘Domani’ sulla figura di Alessandro Amadori,
psicologo e autore insieme a Cinzia Corvaglia di un libro, ‘La guerra dei sessi’. Un
capitolo del libro dal titolo “Il diavolo è anche donna” e riporta testimonianze ed
esempi famosi (per esempio il caso Weinstein-Asia Argento); il volume si sofferma anche
sulla “cattiveria” di alcune donne, e sul concetto di ginarchia, ‘come movimento
femminista estremista […] definendo le Ginarche ‘come delle amazzoni giustiziere che
vendicano l’intero genere femminile attraverso una totale svalutazione del maschile e,
a tendere, la sua riduzione in schiavitù’. Secondo Valente, contro la violenza di genere “è urgente intervenire,
serve fare di più e meglio soprattutto non invocando solo ed esclusivamente ulteriori
leggi, per quanto ovviamente se ne possano fare di migliori, in grado anche di
perfezionare il nostro impianto normativo: lo facciamo anche con la legge che abbiamo
approvato all’unanimità alla Camera e che ora arriverà al Senato dove tenderemo ad
approvare nuovamente all’unanimità”. Mi preme però, n queste ore, aggiunge la
senatrice, “sottolineare che tutto il lavoro che stiamo facendo rischia di essere un
lavoro vano se non accompagnato da quella che io chiamo rivoluzione culturale, da fare
a 360 gradi. Si fa partendo dalle scuole ma investendo anche tutte le altre agenzie
educative, in primis università e famiglia, e chiedendo a tutti una assunzione di
responsabilità”. ì necessario, secondo Valente, “leggere correttamente la violenza di
genere per quello che è, raccontarla in maniera corretta, parlare non solo di
patriarcato ma raccontare cosa è oggi, nel 2023, il patriarcato e la cultura della
sopraffazione, del dominio, la sperequazione di potere, la mancata valorizzazione delle
competenze e dei talenti delle donne, ma soprattutto il mancato riconoscimento della
libertà e dell’autonomia”.


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