“Abbiamo contestato dall’inizio
l’Autonomia differenziata sia nel merito che nel metodo, compreso
l’ultimo episodio in Commissione Affari costituzionali della
Camera, la scorsa settimana, con il gioco delle tre carte per far
ripetere il voto che, evidentemente, non garbava alla
maggioranza. Non abbiamo mai registrato una volontà di confronto
da parte della destra su questo provvedimento, così come su
quello che introduce il premierato. Due ddl che intaccano gli
equilibri della Repubblica, che di fatto manomettono
pericolosamente, facendo prevalere gli interessi elettorali sul
bene del Paese. Autonomia in salsa leghista significa secessione
di fatto: cristallizzazione e peggioramento del divario di
servizi e diritti fra Nord e Sud, proprio mentre l’Europa insiste
sulle politiche di coesione e dobbiamo attuare il Pnrr, proprio
quando le sfide che abbiamo di fronte, penso all’energia o alla
sanità giusto per citare due esempi, richiederebbero un paese
coeso in un’Unione più forte e non certo un’Italia indebolita da
un decentramento come questo, dunque ingiusto e anacronistico.
Manca il rispetto di un principio perequativo, mancano risorse
perché è un ddl a invarianza di spesa, per cui i cittadini e le
cittadine del Sud saranno duramente colpiti, e tutto questo senza
che il Parlamento possa svolgere, come dovrebbe, un ruolo di
garanzia su quei Lep che danno concretezza ai diritti delle
persone in tutto il paese”. Lo afferma in una nota la senatrice
campana del Pd Valeria Valente.


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