“Perché questo provvedimento contro il cibo cosiddetto ‘sintetico’? Credo che la risposta sia semplice: la destra ha la necessità di agitare e fissare per l’ennesima volta una bandierina. Lo dico chiaramente: è un gran peccato. Perché in quest’aula potevamo discutere seriamente delle eventuali opportunità o degli eventuali pericoli derivanti da una pratica come quella della carne coltivata. Lo avremmo fatto dialogando innanzitutto con allevatori, coltivatori, con la comunità scientifica, con chi quotidianamente lavora in quest’ambito, provando a costruire insieme una strategia che non danneggiasse la nostra economia, ma che permettesse all’Italia di non isolarsi. Perché è proprio questo il pericolo più grande: con questo provvedimento l’unica cosa che accadrà sarà quella di fermare gli investimenti e la ricerca nel nostro Paese”. Lo ha detto in Aula la senatrice del Pd Ylenia Zambito.
“Mentre tutto il mondo potrà elaborare dati e fare ricerca- ha proseguito Zambito – l’Italia dice un secco no ideologico. Lo facciamo in nome della difesa del Made in Italy. Mi sento di dire che forse è esattamente il contrario: distruggiamo completamente la possibilità di far nascere un’imprenditoria italiana nel settore. Il mio spirito da ricercatrice mi spinge a dover avere un atteggiamento che non precluda la possibilità di conoscere, sapere, comprendere, approfondire, imparare. E lo dico avendo stima e rispetto delle preoccupazioni di intere filiere, di amministratori locali, dei colleghi di maggioranza e opposizione preoccupati dai risvolti che questa questione potrebbe avere. Tuttavia, se dovessi usare una frase che sintetizza il mio pensiero, prenderei senz’altro in prestito quella usata dalla nostra collega Elena Cattaneo in occasione di un interessantissimo convegno organizzato proprio qui in Senato: “studiare è meglio che vietare”.


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