I gruppi sono instabili. Spero che i voti segreti non vengano usati come mezzo di lotta politica
A Mentana, dove ha chiuso la festa del Pd, gli hanno detto che «`sta riforma non è proprio `na passeggiata de salute…» ma lui, che ha stile anglosassone assai flemmatico, il momento topico del partito lo descrive così: «Diciamo che al Senato periodi di dolce far niente non ce ne sono mai stati…». Per il resto, Luigi Zanda, presidente del gruppo composto da 113 senatori dem di cui 25-30 in rivolta contro la linea della maggioranza, dice di «essere ottimista sull`accordo». Anche se, poi, ancora morde il freno quando si tratta di far scrivere al comma 5 dell`articolo due del testo Boschi che «i senatori sono eletti direttamente dai cittadini», come chiede la minoranza del Pd: «Meglio parlare di designazione da parte dei cittadini per coerenza con gli altri commi dell`articolo che a mio avviso non possono essere toccati…».
Senatore, andiamo con ordine. Il punto fermo è che nel Pd tutti sono d`accordo nel far coincidere la figura del consigliere regionale con quella di senatore. Giusto?
«Tutti sono d`accordo nel farla finita con il bicameralismo paritario, nel rivedere il Titolo V e i rapporti tra Stato e Regioni. Se questo sarà il Senato che rappresenta le autonomie è logico che i senatori siano consiglieri regionali e sindaci».
Ora si tratta di capire come verranno selezionati i senatori. La minoranza del Pd chiede di inserire nell`«architrave» dell`articolo 2 la formula «eletti direttamente dai cittadini» con successiva ratifica da parte dei consigli regionali. Si può fare?
«Salvaguardando il principio generale secondo il quale lo stesso testo approvato da Camera e Senato non si modifica, noi avevamo proposto di inserire questo meccanismo in un altro articolo della riforma. Se proprio bisogna operare sull`articolo 2, l`unico spazio possibile è il comma 5 che è stato modificato dalla Camera seppure minimamente».
Sì, va bene, ma parliamo di elezione o di designazione?
«La sostanza è che la manifestazione di volontà è da parte dei cittadini. La formula corretta la vedremo presto, mercoledì scade il termine per gli emendamenti».
Il tempo per le trattative sta scadendo.
«Il passaggio è delicato. Dopo il deposito degli emendamenti, il presidente Grasso dovrà decidere sulla loro ammissibilità, in particolare quella relativa all`articolo 2, e poi ci saranno molte votazioni. Dunque, sgombriamo il campo da veti, proclami, ultimatum. E tempo che le tifoserie si plachino».
La svolta c`è stata quando nel Pd Giorgio Tonini (maggioranza) ha lanciato un proposta subito raccolta Vannino Chiti (minoranza)?
«C`è una pattuglia di senatori nel Pd che non ha mai smesso di lavorare per trovare un accordo soddisfacente. E Tonini è tra questi».
E Chiti?
«Ciascuno dei 113 senatori del Pd ha una sensibilità diversa. I confronti nel gruppo anche se molto vivaci possono essere molto utili».
Sull`articolo 1 (funzioni del Senato) ci saranno voti segreti. Teme imboscate da parte di Ncd che è in subbuglio.
. «No, non temo imboscate. Anche se c`è una instabilità dei gruppi. Il Pdl si è diviso in 4 pezzi, il M5S ha perso 17 dei 53 senatori originari, la Lega ha ceduto tre seggi a Tosi, Scelta civica non c`è più. Ecco, spero solo che, sulla Costituzione, non venga la tentazione di usare i voti segreti come mezzo di lotta politica».
Altre modifiche possibili?
«Le modifiche devono essere poche, non va snaturato l`impianto. Certo, le funzioni del Senato possono essere aumentate e poi può essere ripristinata l`elezione dei due giudici costituzionali eletti dal Senato».
La «compravendita» dei senatori c`è stata o no?
«La compravendita è quella denunciata da De Gregorio che ha dato luogo a un processo e a una serie di condanne. Oggi parlare di compravendita è una colossale scemenza».
Approverete la riforma con i voti di Denis Verdini?
«La mia aspirazione è di avere un Pd compatto, una maggioranza coesa ed ampi pezzi di opposizione che condividano nel merito il ddl. Verdini? Ha già votato il testo della riforma in prima lettura e ha fatto bene».

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